Sangue gratis e lo sfruttamento dei lavoratori
Pensavo di averla sparata grossa quando in Sangue gratis e altre favolose offerte, un racconto scritto nel 2007 e poi confluito nel 2013 in SANGUE GRATIS, avevo immaginato un futuro in cui il precariato sarebbe stato portato a livelli inverosimili. Avevo immaginato contratti giornalieri o, per i più fortunati, settimanali.
Purtroppo, ci avevo azzeccato: nella trasmissione di Report del 23 ottobre 2017 sono stati segnalati contratti di somministrazione settimanali, o anche più brevi.
Rileggendomi, vedo che avevo anche scritto della sotto occupazione dei laureati:
“Claudia Vichi approfittò dei ventidue secondi che occorrevano all’ascensore per portarla al tredicesimo piano del palazzo della Fastissimo per fare esercizi di concentrazione. Doveva arrivare in ufficio pronta a reagire a qualsiasi evenienza. Teresa Comastri, la sua dirigente, infatti la odiava e cercava ogni giorno di trovare un modo per metterla in difficoltà.
Buon segno, pensò Claudia mentre si stirava i muscoli del collo. Ad Harvard le avevano insegnato che l’ostilità dei superiori spesso significa che essi ti temono e che hanno paura che un giorno tu possa insidiare il loro posto. Claudia si era iscritta a Harvard come ripiego, dopo che non era stata ammessa al master per veline che si teneva nella famosa scuola alla periferia di Milano. Era stato lo smacco più grande della sua vita. Le prove fisiche di quella terribile selezione le aveva superate agevolmente; partendo già da un’ottima base, per arrivare a essere splendida le erano bastati i corsi di danza erotizzante e le canoniche operazioni al volto, ai seni e ai glutei che si era fatta regalare dai genitori per i suoi vari compleanni di adolescente. Era stata però scartata ai test attitudinali. Era risultata troppo poco determinata per poter intraprendere la carriera nel mondo dello spettacolo. Aveva dovuto quindi ripiegare su Harvard dove aveva ottenuto una laurea col massimo dei voti che le aveva consentito di strappare un contratto di collaborazione precaria (co-pre, li chiamavano così) come addetta commerciale della Fastissimo. Era un posto niente male con un contratto lungo, veniva rinnovato di settimana in settimana invece che giornalmente, ma la Comastri stava aspettando solo di trovare un motivo per non confermarla.
Non devo darle alcun pretesto, si disse Claudia lanciandosi una rapida occhiata allo specchio mentre le porte dell’ascensore si aprivano. A Harvard si era ridotta il seno di una misura, riportandolo a dimensioni più congrue con la carriera nel campo del business. Il resto però non lo aveva rimodificato e si valutò favolosa, fasciata nel tailleur spigato grigio d’ordinanza. Purtroppo, ormai, a venticinque anni era irrimediabilmente troppo vecchia per la televisione. Fece un sospiro di rimpianto e s’inoltrò tacchettando imperiosa negli uffici della Fastissimo.”
Trovo vergognoso che ci tocchi vivere in un mondo come quello raccontato in Sangue gratis, in cui avevo anticipato anche molte altre situazioni, purtroppo adesso per buona parte verificatesi, di cui parlerò in altri post. Ma io avevo scritto un racconto ironico e satirico, non pensavo, allora, di star descrivendo una tragedia, in cui la dignità delle persone è sacrificata per il profitto di pochi, con un impoverimento complessivo del nostro paese.
Chi volesse maggiori informazioni sul mondo di Sangue gratis può trovarle in questa pagina.