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Le presentazioni dei libri nell'antica Roma
Le presentazioni di libri nascondono molte insidie. Ciò era vero anche nell’antica Roma, come risulta da questo brano. “Sappiamo con una certa precisione come nasceva un libro nell’antica Roma e ci proponiamo ora di tentare di seguire il suo cammino dal manoscritto dell’autore fino al banco del libraio, nella capitale e nelle città di provincia. Innanzitutto la nuova opera poetica veniva spesso presentata con una lettura dell’autore, dapprima in una cerchia di amici, poi in pubblico. Queste letture, per cui esistono paralleli anche nella nostra epoca, creavano un contatto per lo più immediato fra lo scrittore e il suo pubblico, e potevano significare per l’autore un prezioso stimolo, forse anche una specie di barometro letterario. Queste “recitazioni” divennero nella Roma imperiale estremamente popolari, addirittura così popolari che le si poteva temere e aborrire per la loro seccante noiosità. Già Orazio osserva punzecchiando che si maltratta la pazienza dell’ascoltatore messo a dura prova dai poeti recitanti. Per il I secolo d.C. dobbiamo pensare che la capacità di leggere e la cultura letteraria si siano costantemente incrementate nei diversi strati sociali del pubblico romano e che l’attività letteraria sia fortemente cresciuta. Il commercio librario assume un’importanza sempre maggiore per il soddisfacimento del crescente bisogno di libri. Anche le recitazioni letterarie sono attestate sempre più frequentemente, sebbene spesso con una sfumatura di amara disperazione. Il crudo romanziere Petronio e il filosofo Seneca, il pungente epigrammista Marziale e il raffinato dilettante Plinio il Giovane, come anche il tetro poeta satirico Giovenale con i suoi foschi colori privi di humour, tutti ci attestano questo fenomeno e ci forniscono particolari chiarificatori su eventi letterari ai quali ci si doveva far trascinare più o meno dall’ambizione, dal senso del dovere o dall’insistenza degli autori. Non si trattava davvero di
piccolezze di cui ci si potesse sbarazzare subito. In una delle sue ultime
lettere Plinio il Giovane si lamenta del poco interesse che al suo tempo si
mostrava per la poesia. Tratto da
Commercio librario ed editoria nel mondo antico di Tönnes Kleberg Immagine: Orazio legge davanti al circolo di Mecenate, dipinto di Stefano Bakalovich, 1863 Sulle presentazioni letterarie moderne vedi anche: I pericoli e le insidie delle presentazioni di libri
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