La lotta tra i sessi – #SM2 post n. 24

Questo articolo fa parte della pubblicazione integrale sul web di Sesso Motore 2: perché si fa poco sesso. Il saggio che spiega cosa fa girare il mondo e perché vogliamo essere ricchi e potenti invece che felici.


APPENDICE

• LA LOTTA TRA I SESSI. Differenze nell’investimento parentale e nelle strategie riproduttive di maschi e femmine; la diserzione del genitore e i vantaggi dei rapporti occasionali per donne e uomini.
 L’investimento parentale e la diserzione del genitore
 Le strategie riproduttive dell’uomo
 Le strategie riproduttive della donna

• CRITICHE ALLA PSICOLOGIA EVOLUZIONISTICA

• IL MESTIERE PIU’ UTILE DEL MONDO

 

La lotta tra i sessi. Differenze nell’investimento parentale e nelle strategie riproduttive di maschi e femmine; la diserzione del genitore e i vantaggi dei rapporti occasionali per donne e uomini

– Sì, credo che le donne ci siano senza dubbio superiori, Arturi. Tra noi e loro non c’è proprio competizione. Le hanno assemblate per partorire, quelle, e per crescere la specie.

da SESSO MOTORE ZERO: L’UNICO PECCATO di S.C

L’investimento parentale e la diserzione del genitore

Maschi e femmine hanno il medesimo interesse genetico, lasciare una prole numerosa, ma quella che può essere la migliore strategia riproduttiva per un sesso può non esserlo per l’altro. Ciò genera la cosiddetta guerra tra i sessi ed è una delle principali cause dell’infelicità umana (NOTA 88).
In altri termini, tutti inconsciamente vogliamo avere figli che sopravvivano e trasmettano i nostri geni, ma il comportamento ottimale per raggiungere questo scopo è diverso per i maschi e per le femmine a causa del meccanismo con cui avviene la riproduzione umana.
Ogni specie ha risolto a suo modo il conflitto d’interessi che si crea tra padre e madre una volta che è avvenuta la fecondazione; ambedue, infatti, avrebbero l’interesse egoistico di lasciare in mano all’altro il cerino dell’allevamento della prole e dedicarsi invece a cercare di produrre ulteriori figli con altri partner per diffondere il più possibile i propri geni. Un caso esemplare è quello del Pendolino, un uccello il cui maschio costruisce un bel nido. La femmina quando inizia a deporre le uova le nasconde nel nido, seppellendole sul fondo, e impedisce al maschio di entrare per evitare che lui le veda. Se, infatti, il maschio si accorge che la partner ha già iniziato a deporre le uova, abbandona immediatamente la compagna e va a cercarsene un’altra con cui avere ulteriori figli, lasciando la madre da sola ad accudire i piccoli. Se, invece, la femmina riesce a terminare di deporre le uova senza che il compagno se ne renda conto, è lei che a quel punto abbandona il nido e le uova e va a cercarsi un altro partner, lasciando al maschio il compito di covare e poi accudire la prole. E il padre generalmente lo farà perché altrimenti i portatori dei suoi geni morirebbero. In circa un terzo dei casi, tutti e due i genitori se ne vanno e la covata e il nido vanno sprecati (NOTA 89).

Il nido del Pendolino

In generale, l’individuazione di chi rimane incastrato a dover provvedere ai figli dipende dal modo con cui avviene la riproduzione di una specie, scelto dalla selezione naturale come il più efficace per far sopravvivere quell’animale in un certo ambiente.

La diserzione del genitore dipende infatti da tre fattori: l’investimento che ognuno ha fatto nel generare i piccoli, le possibilità alternative di sfruttare il periodo che dovrebbe dedicare all’allevamento, la certezza della paternità (NOTA 90).

In alcuni casi l’investimento fatto nella generazione è minimo e i figli non hanno bisogno di essere accuditi: una pacchia per i genitori. Diverse specie, tra cui molti pesci, si riproducono mediante uova a fecondazione esterna. La femmina ne sparge un numero elevatissimo e il maschio le innaffia col proprio seme. Dopodiché entrambi i genitori sono liberi, hanno fatto il loro dovere e i figli che nasceranno dovranno provvedere da soli, fin da subito, al loro sostentamento (NOTA 91).
Nel caso in cui le uova siano a fecondazione interna, la femmina investirà più energie nella produzione dell’uovo, che dovrà dotare di guscio e di una riserva energetica interna che servirà ad alimentare l’embrione per un certo periodo. Sarà allora per lei più difficile abbandonare l’uovo al suo destino, una volta deposto. Lo potrà anche fare se le uova sono numerose e predisposte per schiudersi da sole generando piccoli autosufficienti, ma se occorre covarle e poi procurare cibo ai piccoli la femmina sarà la candidata numero uno per questo compito. In molti casi, la natura fornisce qualche valida ragione al padre per costringerlo ad accudire anch’egli alla prole, e di solito la ragione è che un genitore da solo non ce la farebbe a far sopravvivere i figli.
Nei mammiferi, caratterizzati da una gestazione interna e dal successivo allattamento, l’investimento di energie e di tempo al quale la madre è obbligata è straordinariamente superiore a quello del maschio che può anche limitarsi a una sola, rapida, eiaculazione.
La femmina umana, considerando l’investimento parentale, parte quindi già malissimo nella lotta per la diserzione genitoriale. Se si considerano anche gli altri aspetti che influiscono su questo comportamento, ovvero quelli delle possibilità alternative e della certezza della paternità, per lei è finita.


NOTA 88 – Questo è quanto afferma il brillante Jared Diamond (Diamond pag. 28) e c’è da credergli.

NOTA 89 – Pilastro pag. 183. 

NOTA 90Vedi Diamond nel capitolo La guerra dei sessi a pag. 24 e ss. Vedi anche Buss PE pag. 149. 

NOTA 91 – Questo esempio e tutti quelli che seguono sono da considerarsi come tendenze generali. Poi Madre Natura ha previsto moltissime eccezioni, tutte spiegabili facendo riferimento alle caratteristiche fisiche specifiche della specie e dell’ambiente in cui vive, per cui, alla fine, i comportamenti riproduttivi e genitoriali risultano estremamente variabili. Quindi ci sono pesci che fanno il nido, maschi che covano le uova, femmine che hanno harem e chi più ne ha più ne metta. 


Questo articolo fa parte della pubblicazione integrale sul web di Sesso Motore 2: perché si fa poco sesso. Il saggio spiega cosa fa girare il mondo e perché, stranamente, vogliamo essere ricchi e potenti invece che felici. Illustra il contraddittorio rapporto esistente tra il sesso e la nostra società e fornisce risposte ad alcune, legittime, domande:

  • Perché il sesso è così pubblicizzato in questa nostra società e così osteggiato nella sua messa in pratica?
  • Perché ci dedichiamo relativamente poco a un’attività tanto piacevole e che in teoria sarebbe anche priva di costi?
  • Perché nel mondo reale s’incontrano tante difficoltà ad avere piena soddisfazione sessuale?

Il saggio viene pubblicato integralmente sul mio sito; qui l’elenco degli altri post sinora pubblicati. Chi volesse leggerlo su un libro cartaceo o su un ebook può trovarlo in tutti i principali store on line o su come comprare i libri di Sergio Calamandrei


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Sergio Calamandrei

Sergio Calamandrei: vivo a Firenze, dove pratico il prosaico mestiere di commercialista. Mi appassionano scrittura, storia e letteratura. Per saperne di più: www.calamandrei.it/chi-sono-sergio-calamandrei/

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