Passata è la tempesta – alla IBS-Libraccio di Firenze il 21/10/17
Sabato 21 ottobre alle 18 sarà presentata per la prima volta, alla IBS-Libraccio di Firenze (via de’ Cerretani 16/R), l’antologia Passata è la tempesta. Dell’alluvione, e di altre calamità, un’antologia di narrazioni in giallo e nero raccolte da Alberto Eva, alla quale partecipo con Sabatino e la catastrofe del risanamento, terza delle mie storie ambientate ai tempi di Firenze Capitale. Sarò presente insieme al curatore Alberto Eva e ad altri autori. Condurrà l’incontro la giornalista Stefania Valbonesi.
Come ben spiegato nel brano della prefazione di Eva, riportato in questa pagina, l’antologia inizialmente doveva comprendere racconti gialli e noir legati all’alluvione di Firenze, ma in seguito il tema è stato ampliato alle catastrofi e calamità, in generale.
Nel mio racconto ho parlato di una catastrofe provocata dall’uomo: la distruzione di buona parte del centro medievale di Firenze avvenuta alla fine dell’Ottocento. Ho cercato di spiegare le cause di questa gigantesca operazione immobiliare (coinvolse 70.000 metri quadri del centro storico dal quale furono sfollati quasi 6.000 abitanti) che con la nostra attuale sensibilità non può che essere considerata una delle maggiori catastrofi urbanistiche mai avvenute, tra quelle non dovute a eventi bellici o a calamità naturali. La storia si snoda dal 1865 al 1894 e mette in correlazione il lungo processo che portò al “risanamento” del centro, con la presenza in Firenze di un fortissimo movimento anarchico.
L’antologia è curata da Alberto Eva e pubblicata da Carmignani Editrice.
GLI AUTORI
Racconti di: Sergio Calamandrei, Daniele Cambiaso e Rino Casazza, Alberto Eva, Leonardo Gori, Loriano Macchiavelli, Daniele Nepi, Maurizio Pagnini, Riccardo Parigi e Massimo Sozzi, Enrico Solito, Enrico Tozzi, Federigo Vinci.
A cura di Alberto Eva.
ALTRE INFORMAZIONI SUL LIBRO
Nella pagina dedicata a Passata è la tempesta sono riportati un ampio brano della intemperante prefazione di Alberto Eva e l’Incipit del mio racconto.
PIAZZA DEL MERCATO VECCHIO
Qui riporto, invece, tratta da Sabatino e la catastrofe del risanamento, una breve descrizione della piazza del Mercato Vecchio, ora sostituita dalla anonima piazza della Repubblica.
“Mi fermai a riposare e appoggiai il sacco. La piazza del Mercato Vecchio, adesso che erano state abbattute tutte le baracche e le casupole che erano sorte al suo interno nel corso dei secoli, aveva riacquistato respiro. Gli edifici medievali che la contornavano erano fatiscenti e diroccati, ma il peso degli anni conferiva loro una solennità che intimidiva. La Loggia del Pesce, del Vasari, abbelliva il lato della piazza che dava in direzione di Palazzo Strozzi; quella e la Colonna dell’Abbondanza, sarebbero stati gli unici manufatti di quel luogo che si sarebbero salvati, anche se a costo di essere smontati e trasferiti altrove. Sul lato dalla parte di via dei Calzaiuoli, la piccola chiesa di San Tommaso in Foro e le antiche botteghe dei Borromei erano destinate a sparire. Sul fronte verso l’Arno, la catastrofe del risanamento avrebbe abbattuto il tabernacolo di Santa Maria della Tromba e l’imponente Torre dei Caponsacchi, svettante sulle case che l’affiancavano. Infine, il quarto lato della piazza era delimitato dal massiccio fronte del ghetto, indubbiamente poco elegante e un po’ opprimente, con i suoi edifici alti fino a sette piani. Le tante finestre del ghetto, solitamente popolate di persone affacciate, adesso erano deserte. L’intero isolato, ormai svuotato di vita, pareva aver perso ogni energia e in procinto di crollare su se stesso, da un momento all’altro.”